01-01-2017 ore 12,00 circa, sono pronta per uscire e recarmi a pranzo a casa di amici. Ma prima di andar via ci sono loro che aspettano nel Rifugio: Malù, Giotto, Lilli, Liliana, Birillo e Dora. Voglio farli uscire ancora una volta prima di andare via. Orso è già fuori in giardino.
Apro la porta: una coltre spessa di fumo denso e nero mi investe. Lì per lì non capisco cosa stia succedendo. Tento di entrare, il mio pensiero sono loro… Ma perdo l’orientamento e il fumo è soffocante. Esco, intravedo Dora che esce e poi anche Birillo è fuori. Non riesco a raggiungere la porta in fondo alla stanza. Dall’altra parte ci sono Malù, Giotto, Lilli e Liliana. Li tenevo separati dopo l’aggressione di Birillo… Sono sconvolta e disperata. Grido aiuto e corro dall’altra parte del Rifugio dove c’è un’altra porta ma è chiusa a chiave e non si apre. A forza di strattoni riesco ad aprirla. Il fumo ha invaso tutto. Non sento abbaiare un silenzio di morte agghiacciante,. Entro, non vedo, non sento ma so che loro sono lì. Riesco a portarli fuori uno ad uno tutti e quattro trascinandoli per le zampe e poi in ginocchio su di loro li scuoto, li richiamo alla vita. ..Ma restano immobili, non respirano più. E’ l’inferno!!! La loro morte così inaspettata, così tragica, così assurda piomba su di me come un inferno. Li ho lì tutti davanti a me e non posso fare nulla, non posso riavvolgere il tempo, non posso cambiare più il loro tragico destino di cui mi sento fortemente responsabile..
Paola, la mia amica, è vicino a me, anche lei impietrita da tanto orrore. Ma dopo poco inizia a gridare, le fiamme si alzano sul tetto del Rifugio ed io le vedo uscire attraverso le finestre. I Vigili del Fuoco arrivano a fatica ( sono strade collinari, strette e tortuose…). E, quando arrivano, impiegano un bel po’ prima di riuscire a spegnere l’incendio. Quando è vinto l’ultimo rigagnolo di fumo lo spettacolo spettrale che mi si presenta è quello che vedete nella foto. Del Rifugio Abele non è rimasto nulla, solo un cumulo di macerie nere e di poltiglia nera e bagnata. Anni e anni di lavoro andati letteralmente in fumo… Ma ciò che più mi dilania dentro è il pensiero di Malù, Giotto, Lilli e Liliana che non potrò mai più far rivivere…
Cari amici, vi ringrazio tutti perché la vostra è stata una gara di solidarietà e di partecipazione nei nostri confronti. Una sorte avversa, oserei dire diabolica, si è accanita su di noi. Ma, nella mia poca fede, devo dirvi anche, che mi è sembrato che una mano divina sia intervenuta a fermare tanta devastazione. La bombola del gas che era nei pressi del rifugio era chiusa e i Pompieri hanno provveduto subito ad allontanarla ma stava già bruciando e saremmo potuti saltare tutti in aria, noi e tutta la casa. Io non accendevo mai la stufa ( una stufa di terracotta del Felici di Prato molto nota qui in Toscana) di mattina ma soltanto la sera. Ho deciso di accenderla quella mattina perché era freddo e volevo lasciare i cani al caldo. Se non lo avessi fatto, sarebbe accaduto di notte con le conseguenze catastrofiche dette prima.
Il tutto è accaduto nel breve tempo di più o meno un’ora. Ero stata, infatti, nel Rifugio fino a circa le 11,00. Malù, Giotto, Lilli e Liliana come sempre si erano sfrenati correndo e giocando spensierati e felici nel prato intorno al Rifugio.
Ora riposano tutti insieme in questo stesso prato, accanto al loro Rifugio, uniti nella morte come lo erano in vita. Pianteremo sulla loro tomba una pianta di gelsomino tra i cui rami correvano e giocavano con il vigore della loro giovane età e, ahimè confesso con mia grande disperazione.. Una disperazione che ora comprerei a caro prezzo se questo potesse farli tornare in vita…
Anche se occorrerà tempo è, però, nostra intenzione ricostruire il Rifugio Abele e, su questo nuovo Rifugio, applicheremo una targa con su incisa questa dedica: “ In memoria di Malù, Giotto, Lilli e Liliana per sempre con noi”.
E loro saranno l’anima di questo nuovo Rifugio.